lunedì 13 marzo 2017

Il primo blog non si scorda mai


Tanto tempo fa, avevo un blog. Era davvero tanto, ma tanto tempo fa, quando ancora non credevo che un giorno sarei arrivata davvero a scrivere.
Tuttavia, era un blog che con la scrittura in qualche modo c'entrava, perché ero io che parlavo delle mie letture. O meglio, era lui, il blog, che parlava di me come lettrice. 

La botola segreta sotto il sofà: questo era il suo nome.
Un nome assurdo secondo mio marito; un nome con molti significati, nelle mie intenzioni.


Primo tra tutti, il sofà, su cui spesso mi sedevo a leggiucchiare nei tempi morti, rari e sospirati. In verità, il grosso delle mie letture si svolgevano sempre la sera, mentre cercavo di far addormentare le bambine, tutte insieme nel letto e al buio. Ed è impressionante calcolare quante ore passavo così, semplicemente accanto a loro col mio kindle sotto il naso, aspettando che il sonno le accalappiasse. Evidentemente, le loro giornate non erano piene come lo sono oggi, che basta posino la testolina sul cuscino per farle cadere tra le braccia di Morfeo. Per questo, forse, il ritmo delle mie letture è rallentato e non riesco più a tenere il passo con i 40 testi l'anno che mi ingurgitavo all'epoca, tra romanzi, documenti, saggi e quant'altro.

Nel nome del blog, oltre a quel sofà, c'era anche la botola che solo io trovavo. Era lei la vera protagonista, perché attraverso quel passaggio segreto venivo trasportata ogni volta in universi paralleli, e congetture fantastiche, e avventure - quante avventure! -, sempre diverse.
Per non parlare del luogo in cui poi quelle avventure mi proiettavano: il blog, il luogo del tutto e solamente mio, in cui la mamma super indaffarata, con due bambine a casa da accudire tutto il santo giorno, evadeva e diveniva qualcosa d'altro: una lettrice accorta.

Qualcuno, di tanto in tanto, mi seguiva per quella botola segreta. Qualche navigante distratto ancora ci cade dentro. Non mio marito, di questo ne sono certa. Quattro lettori anonimi, provenienti da posti incredibili, in cui si parlano lingue a me sconosciute e che chissà come e perché mi hanno trovata. Alcuni ci tornavano persino, più o meno regolarmente.
Qualcuno lo conosco persino. Il mio caro amico di Roma, ad esempio, lo stesso che l'ultima volta che ci siamo visti mi disse qualcosa del tipo: lo sapevo che scrivi bene, si vedeva dal blog.
A parte un piccolo dubbio, e cioè che non abbia seguito almeno l'ultima produzione di quel blog, che senza tentare di trovare giustificazioni, classificherò come sconclusionato e frenetico, proprio come la mia vita in quel periodo; a parte questo, dicevo, avrei voluto dirgli in quel momento che scrivere qualche articoletto sulle impressioni di letture e scrivere una storia vera sono due operazioni parecchio diverse, e che non sempre un bravo blogger (e bisogna anche definire cosa si intenda per bravo, in questo contesto) o un attento lettore sono poi anche buoni scrittori.

Nonostante questo, quel blog mi è servito a molto, anche come autrice. Il dover parlare con serietà dei testi che mi capitavano sottomano mi ha spronato a una lettura più attenta, che inevitabilmente è diventata un metodo di studio non solo finalizzato a comprendere più a fondo i romanzi altrui, ma anche per capire come impostare le mie narrazioni. Perché, come dice il segreto di pulcinella, un bravo scrittore è anche un attento lettore.

E poi, se vogliamo continuare sulla scia delle lodi alla botola segreta, aggiungiamoci che quel primo blog mi ha preparato anche a questo, a mettere su il secondo blog, un luogo diverso, ma sempre mio, in cui mi sento a casa ogni volta che ci metto piede.

Se avete curiosità, dopo questa mia ode al primo blog, di farci un salto, questo è l'indirizzo di qualche pagina a caso:
Ammetto che una sua lettura casuale non ha molto senso, bisogna capirne la struttura e, come in ogni cosa che funzioni, avere un po' di pazienza e seguirla. Ma non è un'impresa titanica, ve lo assicuro. Leggete la colonna a destra e tutto si illuminerà.
E poi, magari, fatemi sapere se anche a voi è venuta voglia di cadere in qualche botola segreta. Non abbiate paura di provarci. Vi posso assicurare che si tratta di un'esperienza estremamente appagante.




2 commenti:

  1. Chi è quel tuo amico di Roma? :D
    È vero, un bravo blogger non è detto che sia anche un bravo narratore, ma scrivere bene degli articoli, scriverli come comanda la grammatica, è già un buon passo avanti,

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    Risposte
    1. Be', certo. Alla fine anche quella è esperienza di scrittura. :)

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