lunedì 10 aprile 2017

Deformazioni craniche artificiali


Deformazione cranica artificiale, Wikipedia.

Lunedì scorso vi proposi questo trafiletto chiamandolo scintilla narrativa e dichiarandolo ispirazione di uno dei miei racconti:
La deformazione cranica artificiale evidenziata in questo individuo e in uno dei bambini, ottenuta con bendaggi applicati fin dall’età neonatale, è frutto di una pratica del tutto estranea in Italia e invece diffusa nell’Europa centro-orientale tra V e VI secolo.
La sorpresa nel leggere questa informazione è principalmente dovuta al fatto che l'usanza di deformare i crani dei nuovi nati non era una pratica culturale che i goti possedevano, almeno non all'origine delle loro migrazioni, quando dalle terre della Scandinavia approdarono alle coste meridionali del Baltico, verso il I secolo a.C.


Ma anche più tardi, quando il gruppo etnico originario si separò in visigoti e ostrogoti (seconda metà del III secolo), tale usanza non risulta far parte dei loro costumi, almeno a sentire le fonti. E, in effetti, tra le sepolture di origine visigotica nell'Europa occidentale non vi sono tracce di deformazioni craniche.

E allora, cosa è successo agli ostrogoti per convincerli a fasciare la testa ai loro nuovi nati allo scopo di farla diventare a punta?

E qui, abbiate pazienza, bisogna fare un passetto indietro e tornare al periodo in cui i goti occupavano ancora le terre intorno al fiume Dnepr, dove vivevano già divisi in visigoti e ostrogoti, ma ancora in accordo, praticando l'agricoltura, il commercio, l'arte orafa e, per arrotondare, di tanto in tanto la razzia e la guerra di conquista a discapito dell'impero romano. Fino a quando, verso il IV e V secolo, nuovi barbari provenienti dall'oriente arrivarono a devastare i loro campi e a mettere a ferro e fuoco la loro terra: gli unni.

Be', non c'è bisogno di dire altro, vero? Tutti sanno chi erano gli unni. Non proprio gli agnellini dell'ovile, tanto che persino i goti, ritenuti dai romani i nemici più temibili del tempo, scapparono a gambe levate davanti alla loro minaccia. Così, mentre i visigoti cercarono protezione all'interno dei confini dell'impero romano (protezione accordata all'inizio, ma poi le cose sono degenerate e si sa cosa è successo: invasioni, cadute di stile e di imperi romani), gli ostrogoti finirono nell'orbita degli unni insieme a una nutrita quantità di popolazioni guerriere più o meno germaniche: Gepidi, Sarmati, Sciri, Satagari e Alani.

E poi arriva Attila, che con fortuna e crudeltà tira su un enorme stato che si estende dai confini romani alle steppe asiatiche, devasta con i suoi guerrieri gran parte dell'Europa, piega Costantinopoli e molti altri a pagare ingenti quantità di oro pur di farlo stare buono, fino a quando muore, apparentemente durante la notte di nozze di una delle sue innumerevoli unioni, e in pochi anni il suo vasto dominio si sbriciola, le tribù a lui soggette ritrovano una loro indipendenza e si riappropriano della loro identità e si stanziano un po' dove capita e dove la mano sapiente dell'allora imperatore Marciano li indirizza.
Ma la convivenza con gli unni ha lasciato qualcosa a questi popoli. Essi portano con loro usanze e abitudini che avevano condiviso con il gruppo etnico dominante per un centinaio di anni, decennio più, decennio meno.

Uno di questi usi è la deformazione cranica artificiale.

L'abitudine di deformarsi il cranio, a dir la verità, non è nemmeno farina del sacco degli unni.
Come si suol dire, è un'abitudine vecchia quanto il mondo. Probabilmente loro la ripresero dai Sarmati, nell'Asia Centrale, luogo in cui si pensa sia originata, per poi diffonderla nel continente euro-asiatico fino alle porte dell'impero romano e oltre, tanto che abbiamo testimonianze di crani deformati fino in Scandinavia, Francia orientale e, come già visto, in Italia centro-settentrionale.

Per rendere l'argomento ancora più interessante, aggiungerò che si hanno testimonianze di crani deformati artificialmente anche in altre regioni geografiche davvero molto lontane tra loro e praticate in tempi altrettanto distanti: la praticavano i Maya, e gli Incas, e gli antichi Egizi, per dirne un paio o forse tre, ma anche tribù polinesiane e persino congolesi; testimonianze archeologiche ci arrivano dal proto-neolitico fino ai giorni nostri.
Le tecniche usate variano da popolo a popolo, e vanno dalla fasciatura con placche in legno inserite tra i bendaggi a schiacciamenti con marchingegni di vario tipo. Se vi va di saperne di più, andate a sbirciare l'articolo Head Space: Behind 10,000 Years of Artificial Cranial Modificatio del sito Atlas Oscura. Belle foto e piacevole lettura, anche se non esaurisce l'argomento.

Ma perché ci si deforma il cranio?

Eh, questo è un po' più difficile dirlo. Per bellezza, per esaltare l'intelligenza del deformato, per simboleggiarne lo status. Alcuni diranno anche che l'usanza è nata per rendersi più somiglianti agli Antichi Astronauti, esseri di origine extraterrestre apparsi sulla terra dal cielo in varie età (essenzialmente dal paleolitico in poi), dotati di una tecnologia superiore, di una testa grande, e di molta pazienza, se si sono messi a insegnare a trogloditi umani la loro scienza. Insomma, i famosi omini verdi della tradizione.

Quale che ne sia l'origine, sappiamo che anche gli ostrogoti la adottarono, almeno per un po'. E che testimonianze ne restano in alcune tombe, non tutte, risalenti alla loro permanenza in Italia.

Ecco qua, giunti finalmente alla fine di questo post chilometrico. Ma prima di salutarvi, concedetemi il tempo di ricapitolare le informazioni che abbiamo trovato fin qui e che serviranno alla nostra storia in divenire.

Prima di tutto:
  •  sappiamo che i goti, e più esattamente gli ostrogoti, si trovavano in territorio italiano tra il 490 circa fino al 560 circa (non vi avevo ancora accennato alle date precise? Mia svista, perdonate);
  • sappiamo anche che si deformavano il capo artificialmente;
  • sappiamo infine che non erano gli unici a farlo, che era un'usanza appresa da altre popolazioni, e più precisamente dagli unni.
Gli unni...

Un dubbio, a questo punto, si insinua nella mia immaginazione: a chi appartiene questa tomba, in realtà? A un goto o a un unno?
E se dessimo credito, per pura fantasia, alla seconda possibilità, come c'è finito un unno in un villaggio di origine germanica (leggi gotica) dell'Italia settentrionale durante il regno dei goti?

Nuove domande aspettano risposte, ma come recitano i cartoni animati giapponesi, grandi insegnanti di vita,

 to be continued...




4 commenti:

  1. Per bellezza? :D
    In alcuni villaggi africano si allungano il collo, si deformano le labbra.

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    1. Stai scherzando? Guarda le ragazze cinesi dalla testa a punta! Secondo me sono parecchio affascinanti. E non scherzo!
      Ecco, vedi? Il concetto di bellezza è soggettivo. A chi piacciono teste a punta, a chi colli lunghi e quant'altro. :)

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  2. A me le donne piacciono normocraniali :D

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