venerdì 26 maggio 2017

Storie di gatti: adesso su Amazon

Mačka

Di storie di gatti da raccontare ne avrei molte.

Potrei raccontare quella del gatto di Canterbury, che ogni volta che il vecchio sacerdote della cattedrale andava a prendere il sole nel parco a ridosso del canale, arrivava e gli saltava in grembo, si accoccolava e rimaneva così, a godere del sole e delle carezze, fino a quando le ombre del pomeriggio si facevano lunghe.

Potrei raccontare di gatto Silvestro, che mi veniva incontro sulla soglia e si arrampicava su di me come fossi un albero, per poi restare appostato tra i miei capelli, a controllare la situazione dall'alto.

Oppure di gatto Leo, che amava infilarsi sotto il mio maglione e addormentarsi al calduccio, mentre io leggevo o semplicemente chiacchieravo.

Potrei raccontare di Mačka, la gattina che, ormai più di venti anni fa, ci cascò tra le braccia.

Mačka in lingua serba e croata vuol dire gatta, e forse anche quel suo nome straniero, coniato sul linguaggio di popoli da sempre decisi e tenaci e un po' barbari, le ha plasmato il carattere.

Malaticcia, scacciata dalla cucciolata a tre settimane appena, lei ha subito capito che l'unica possibilità che aveva per cavarsela era trovare un padrone. Aveva l'influenza, gli acari, la dissenteria, la tigna. Brutta, con gli occhietti chiusi dalle secrezioni, senza peli e con la pelle nera e rugosa: è così che la ricordo nelle prime settimane. Naturalmente, per solidarietà, la tigna la presi anch'io. E perché non si dica che i gatti non siano generosi, lei a sua volta la volle riprendere. E così via, fino a quando anche la tigna si stancò di saltare da una pelle all'altra e ci abbandonò entrambe.

Mačka amava giocare. Ma i suoi giochi non erano quelli soliti dei cuccioli. Erano quelli del cacciatore. Si appostava dietro agli angoli ciechi del corridoio e quando passavi vicino ti assaliva e ti mordeva nelle parti più delicate. Per giocare. Ma i graffi, quelli restavano belli profondi sulle carni.

Oppure ti avvertiva: guarda che ti acchiappo! E allora, dopo averti minacciato con uno dei suoi drizzamenti di pelo più maestosi, partiva una gara di rincorse e fughe, in cui si faceva a turno a fare la parte di chi scappava. Finiva immancabilmente per nascondersi nel bagno, nella vasca. E immancabilmente il mio ragazzo d'allora, che è poi il marito di oggi, la scovava e si vendicava di tutti i morsi alle caviglie nel modo più crudele: innaffiarla col getto della doccia.

Mačka ha una buona memoria. Mačka non dimentica. E così, ogni volta che il suo acerrimo nemico entrava in casa, lo seguiva con circospezione, ma tenendosi cautamente a distanza, scrutando i suoi movimenti sospetti e ringhiando come una tigre feroce appena lo vedeva sconfinare nel suo spazio di sicurezza, quando andava bene. Azzannandolo senza pietà in tutti gli altri casi.

Mačka era anche premurosa con la sua famiglia. Quando mia madre si sdraiava sul letto per uno dei suoi malanni, lei le saltava accanto e le riscaldava i piedi.

Seguiva diligentemente i miei studi, facendo da segnalibro. Ma mi ricordava anche che nella vita non c'è solo il lavoro e mi invitava a giocare. Certo, quei suoi giochi da predatore, che puntualmente si trasformavano in lotte accanite in cui io sola uscivo ammaccata.

Mačka, oggi, ha 21 anni. Vive ancora nella casa di mia madre, quella in cui è voluta entrare a tutti i costi. È ancora la regina della sedia morbida, e continua a ringhiare a mio marito quando lui entra in casa. Cammina storta, non vede bene, non sente. Eppure è sempre il felino testardo che non si arrende mai, nemmeno ai suoi anni, nemmeno alla morte.


Stacchetto Pubblicitario


Finalmente è uscita l'antologia Storie di gatti, a cura di Serena Bianca De Matteis. 
Disponibile in formato mobi e da lunedì prossimo anche in cartaceo.

Non troverete la mia Mačka nel volumetto, ma storie di tanti gatti pronti ad aiutare i loro amici umani in difficoltà. 
Se mi promettete di darci uno sguardo, io vi prometterò di non infilare stacchetti pubblicitari in giro almeno almeno fino al prossimo lavoro pubblicato. Promesso.





4 commenti:

  1. Una simpatica vecchietta Mačka :D
    Anche io stavo antipatico a un gatto, era di mia zia, ma tanto l'antipatia è reciproca.

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    1. Dai, non ci credo. E che gli facevi per stargli antipatico?

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  2. E tuo marito che fa alla gatta per starle antipatica? :)
    Nulla, era nata subito a pelle.

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    1. Mio marito tortura gatti e si merita tutto l'astio dei felini! 😁

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