martedì 8 agosto 2017

L'albero dagli sbuffi di petali



Ci sono dei luoghi che colpiscono per una loro insolita posizione, una prospettiva bizzarra, colori particolarmente vividi o, al contrario, esasperatamente cupi. In questi luoghi succede qualcosa di misterioso. Ci si sofferma quasi incantati dalle loro suggestioni, ma anche dalle storie che ci raccontano.

Dietro la scuola di mia figlia grande c'è un luogo del genere. O forse è esagerato chiamarlo luogo, perché non è un vero e proprio spazio. Si tratta di un semplice albero, piccolino, solo soletto a stagliarsi contro una vegetazione scura e rigogliosa.

No, non vi voltate a guardare alle spalle di colui che ha scattato la foto, che poi è l'autrice stessa, perché il paesaggio dall'altra parte non è affatto edificante.




Siamo pur sempre nel centro di Singapore, un'isoletta super edificata, anche se con criterio. Un'urbanistica ragionata, che tuttavia non riesce a superare importanti problemi, primo tra tutti l'inquinamento acustico di cui io sento particolarmente il peso.
Eppure, sebbene nel centro rumoroso della città trafficata, questo piccolo spazio mantiene una sua dimensione calmante per me, quasi magica.

Ogni giorno, all'ora dell'uscita di scuola della figlia grande, io e la figlia piccola ci sediamo davanti al minuto alberello, allegro e gioioso come tutti i giovani virgulti riescono ad essere. Stiamo lì, a salutarci, noi con le nostre sciocche domande sul come se la passa con questo caldo, e lui con i suoi allegri sbuffi di foglie simili a petali verdini contro il cupo del fogliame della vegetazione che nasconde il cimitero.

Sì, perché dovete sapere che là dietro, dove i muretti si alzano e la terra scoperta diventa melmosa appena piove, c'è il cimitero malesiano di Singapore. E, un po' più in là, anche quello arabo.
Io, a dire la verità, non saprei dire quale sia l'uno e quale l'altro. E non saprei nemmeno dire da quanti decenni nessuno vi viene più sepolto, o come si faccia a riconoscere le differenze tra tombe arabe e tombe malesiane.

Eppure non sono le tombe senza nome e senza tempo immerse nel verde a stuzzicare la mia fantasia.

Quel piccolo alberello dagli sbuffi di foglie verdine, è lui il protagonista delle mie ispirazioni.

E non cercherò di nasconderlo, è da un po' che cerco di infilarlo in qualche storia. Ma siccome sarebbe sprecato fargli fare la parte della comparsa, bisognerà provare a dargli almeno un ruolo da co-protagonista.

Vedremo...



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