giovedì 12 ottobre 2017

Letture sparse

Prima edizione de L'alfiere di Carlo Alianello

In questo periodo di intenso lavorio mentale, ma anche fisico, mi ritrovo a guardare i libri che continuano a cicciare sui miei scaffali o sul mio lettore e mi chiedo quando mai avrò il tempo - o la voglia - di leggerli.
Pessima china, quella che la pigrizia mi induce a seguire.
Perché, se è vero che qualcuno suggerisce di non leggere durante il lavoro di prima stesura per non lasciarsi influenzare dallo stile altrui (Robert Masello, Robert's Rules of Writing, Rule 14), è anche vero che se limito le mie letture, limito anche la mia scrittura: le idee scemano, le parole si appiattiscono e il testo non riesce a vestirsi delle sfumature che invece io tento di dargli.

E così, proprio nel mezzo della stesura di una nuova avventura del ragazzo dall'occhio cieco, il protagonista de Il sangue degli infanti, mi sono fermata un momento. Arenata, se vogliamo.

Conosco il soggetto, conosco i personaggi e la loro storia, ho già davanti agli occhi persino gran parte delle scene. Eppure, scrivendo, mi rendo conto che, ponendola in questa forma, con queste parole e queste immagini, sto mancando qualcosa.

Che sia giunto per me il primo "blocco dello scrittore"?
Come riscuotermi e superare la famigerata impasse?

Molti dicono "scrivi!". Ma io ho deciso di ignorare i molti e di dar retta al mio istinto che mi dice: "Leggi!"

Per questo, durante la scorsa settimana, ho cercato tra i miei libri sparsi qualche lettura che mi potesse stuzzicare, per tornare pian piano a leggere sul serio, possibilmente con gusto.

La prima, non troppo impegnativa, operetta è stata The lifted veil di George Eliot. Un racconto lungo, uno dei primi lavori della scrittrice inglese, in cui il realismo e la psicologia dei personaggi, marche distintive della sua scrittura, sono già presenti accanto a piccole "anomalie" o influenze romantiche che poi saranno abbandonate nella sua opera più matura, come il riferimento al soprannaturale o la narrazione in prima persona.
Interessante per alcuni spunti, non posso davvero dire che rappresenti il meglio di George Eliot, ma tutto sommato piacevole, nonostante il linguaggio non proprio moderno.

E poi, mi è stato consigliato Carlo Alianello, scrittore italiano morto nel 1981 che ha dato il via al revisionismo risorgimentale. Uno scrittore coraggioso, che durante il periodo fascista non ebbe paura di andare controcorrente e raccontare la storia del risorgimento italiano da un punto di vista scomodo: quello del regno di Napoli invaso dai garibaldini.
Mi sono ritrovata nel lettore il suo L'alfiere (1942) e ho iniziato a leggerlo senza entusiasmo, appassionandomi a ogni paragrafo sempre un pochino di più.
Impressioni fino ad ora? Una scrittura efficace. Antica, ottocentesca, forse perché erano quelli i modelli ancora vigenti al tempo in cui l'opera vede la luce, il tempo in cui la retorica fascista imperava anche quando la materia che descriveva era ben lontana dalla sua propaganda, come ho letto da qualche parte, o forse per far eco alla materia e al sentimento del periodo risorgimentale che il romanzo tratta. Un buon contrappunto di descrizioni belle, se mi si scusa la banalità del termine, e analisi interiori dei personaggi commoventi e sincere.

Un'ultima lettura mi tiene occupata anche adesso, sullo schermo scomodissimo del pc: Sette sermoni ai morti, di Carl Jung. Ma questo, lo confesso, è per documentazione. E tuttavia mi ha sorpresa. No, non per i contenuti gnostici e un po' esoterici, quanto per il fatto di scoprire Jung, il padre della psicologia analitica, imbevuto di tanto ardore gnostico.
Non negherò che mi sono chiesta più volte come mai, durante le nostre lezioni di scuola sulla storia della psicologia, nessuno ci ha mai spiegato che tutta la visione junghiana della psicologia umana, dell'inconscio, degli archetipi, non era altro che un punto di partenza o un tentativo per arrivare a giustificare una visione cosmologica esoterica solforosa di demoni e dei ed eletti...

Questo è il punto a cui le mie letture sono arrivate.
E verrebbe spontaneo chiedere a voi cosa state leggendo in questo momento. E magari prendere le vostre letture come spunto, perché no?


3 commenti:

  1. Anche per me si può vincere il blocco leggendo anziché scrivendo.
    Ho messo in lista L'alfiere. Tempo fa avevo letto degli articoli sul revisionismo risorgimentale.
    Ora sto leggendo I simulacri di Philip K. Dick e La scuola dei Robinson di Verne.

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    1. Ecco, di Philip K. Dick devo decidermi a leggere qualcosa. E Verne, ho gia' dato. Diciamo che preferisco la fantascienza di H. G. Wells. Verne mi annoia, dopo un po'. :)
      Di Alianello, leggi L'eredita' della priora. Dicono che e' meglio, e siccome lo stile puo' risultare un po' pesante, e' meglio iniziare dal capolavoro.
      In ogni caso, L'alfiere inizia con delle scene di guerra stupende. Non credevo mi potessero piacere le guerre fatte col moschetto! Io sono piu' da spada e daga. Eppure... :D

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    2. Ok, allora comincerò da quello.

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