lunedì 5 giugno 2017

In vacanza



Tornati a casa in Italia per le vacanze estive, ci guardiamo intorno e ci chiediamo: da che parte andare? Ci sono tanti luoghi che vorrei vedere, visitare, esplorare. Luoghi in cui rintracciare gli scenari di battaglie o di vita quotidiana d'altri tempi.

Risaliamo per il Lazio, ci inerpichiamo per l'Umbria, arriviamo alle cascate delle Marmore. Non oltre, almeno per ora.
Per tutto il tempo, il mio pensiero vaga tra i campi di spighe chiare contro lo sfondo di colline scurite dai boschi estivi. E, per tutto il tempo, mi chiedo come sarebbe percorrere lo stesso tragitto a piedi, a passo di marcia in lunghe colonne chilometriche, con sandali chiodati ai piedi. Oppure al trotto, su un bel baio o un morello.
Poche parole, il rumore degli zoccoli nelle orecchie, magari qualche risata cameratesca dalle file più avanzate. La polvere sui vestiti, o la pioggia a picchiettare sugli elmi di ferro...

Di certo niente bambine, dietro, a piagnucolare il loro "Siamo arrivati?" a cadenza regolare, o le musiche dello Zecchino d'oro cantate a squarcia gola e risentite - sempre le stesse - per chilometri e chilometri.

Ma le vacanze sono anche questo, e per quanto uno si ingegni nell'unire l'utile al dilettevole, le nostre gite fuori porta devono per forza conciliare la passione della mamma e del papà per il passato e quella delle bambine per... be', per complicare ogni cosa.
Ma con allegria. Sempre con spontaneità e allegria.


Nota:

Un esercito romano in marcia percorreva dai 30 ai 36 chilometri al giorno. Per arrivare da Roma alle cascate delle Marmore ci avrebbe impiegato, quindi, tre giorni di marcia rilassata.

Un esercito a cavallo non pressato avrebbe potuto percorrere diciamo dai 40 ai 50 chilometri al giorno, senza tener conto delle vettovaglie trainate da animali da soma sicuramente più lenti. Calcolando la stima più rosea, da Roma alle cascate delle Marmore non più di due giorni di marcia.

Una macchina piena di bambine piagnucolanti e un paio di bagagli non troppo ingombranti, col traffico pesante per uscire da Roma, un paio di fermate e un navigatore burlone a dirigere la marcia: due orette buone. 

Nonostante l'indubbio vantaggio di tempo risparmiato e vesciche ai piedi o in altre parti del corpo meno scoperte evitate, perché non riesco a togliermi dalla testa che ne sarebbe valsa la pena, percorrere le bellissime campagne primaverili a passo di marcia?


4 commenti:

  1. Belle le cascate delle Marmore, viste da ragazzino decenni fa :D
    Su, cammina, cammina, ché fa bene.

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    1. Magari! Ma con le bambine al seguito, non credo andremo molto lontano. :D

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  2. Risposte
    1. Magari! Solo che al posto del consumare calighe preferiscono cavalcare le spalle di papa'. :D

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